Donne nel Mondo IT

Ma che cosa fai, non è un lavoro da donna. Come pensi di fare una volta che ti sposi e hai dei figli, chi deve prendersi cura di tutto. Mica può farlo tuo marito. Pensaci, forse è meglio optare per un’altra professione che ti permette di conciliare la vita personale e il lavoro.” 

Ecco queste sono alcune delle frasi comuni a cui le ragazze sono maggiormente sottoposte nella loro vita. Certo non tutte eh, ma molte sì. Crescono con il pensiero che sia necessario essere indipendenti – almeno questo lo stiamo sdoganando – ma che nella visione del mondo classica “moglie, madre, cura” sia lei a doversene fare carico e questo non risulta conciliabile con scelte di studi indirizzate in particolare nelle materie STEM. Ma anche qui qualcosa, lentamente, sta cambiando. La presa di consapevolezza che il mondo è sempre più digitalizzato e che non si può pensare di trovare la propria realizzazione solo negli indirizzi più classici (Giurisprudenza, Economia, Lettere) sta facendo il suo percorso. Basti pensare che negli ultimi secondo i dati riportati dal Global Gender Gap Report 2022 del World Economic Forum: considerando i laureati di tutte le discipline, nei 146 Paesi presi in esame, la percentuale di donne laureate in ICT è dell’1,7%, rispetto all’8,2% degli uomini; nel campo dell’ingegneria a ottenere il diploma sono circa il 7% delle donne e il 25% degli uomini. Il difetto maggiore, al di là della famiglia che spesso tramanda quanto vissuto da generazioni, è nel sistema scolastico obsoleto che non vede nel coding e nelle sue accezioni una possibilità di sviluppare quella sana curiosità all’approccio. Bisogna che le diversità e le combinazioni di competenze possano portare approcci differenti che attraverso opportunità eque si possano superare gli stereotipi ed aprire l’accesso alla tecnologia anche alle donne, al momento ancora escluse. Bisogna smontare gli stereotipi di genere fin dall’infanzia. Mostrare alle bambine modelli femminili in ambito STEM ed evitare di associare interessi e attività in modo schematico al genere. Fornire giochi educativi e aumentare le pratiche laboratoriali che favoriscono anche la crescita dell’autostima. Far sì che la tecnologia sia vista come aiuto agli altri e miglioramento del mondo, coinvolgendo famiglie ed insegnanti in ogni modo favorendo campi estivi, corsi per ragazze tenuti da ragazze. 

Si può cambiare solo se si inizia ad avere un approccio aperto e costruttivo alla conoscenza anche dei settori che, fino ad ieri, erano di interesse prevalentemente maschile. Perché la conciliazione tempi di vita lavoro è qualcosa che interessa tutti/e indipendentemente dal genere.

Marcella Loporchio